Sonia

Dalla Colombia a Firenze

L’Italia vista attraverso gli occhi di una ragazza colombiana che arriva da sola a Firenze per cambiare vita.

Mentre stiamo vivendo la seconda più grande pandemia di questo secolo, mentre ci costringono a non allontanarci da casa se non per necessità comprovata e mentre piangiamo migliaia di vittime e tremiamo all’idea che tutto ciò non abbia una fine immediata, comprendiamo una cosa, unica e sola, che emerge da questo stato di emergenza: VIVIAMO PIU’ INTENSAMENTE CHE MAI LA GLOBALIZZAZIONE.

Esatto: oggi più che mai, siamo legati al resto del mondo, ad ogni singolo cittadino di questo pianeta. Non siamo solo italiani, cinesi, finlandesi, newyorkesi o russi: qualunque persona al mondo è molto più vicino ad ognuno di noi, molto più di quello che sembra.
I motivi non sono felici oggi, ma stiamo tutti salendo sulla stessa arca mentre attendiamo che il diluvio universale diradi.

Secondo l’OMS infatti, la pandemia viene dichiarata quando coinvolge almeno due continenti con una sostenuta trasmissione. Il virus che sta bloccando le nostre vite mettendole in standby, si è diffuso soprattutto attraverso i viaggi aerei: questo ci fa riflettere su quanto noi tutti viviamo in un mondo davvero globalizzato.

https://video.lastampa.it/esteri/il-tricolore-illumina-la-torre-simbolo-della-colombia-italia-siamo-con-te/111998/112006

Ecco perché ho voluto intervistare Liliana, una dolcissima ragazza colombiana, nativa di Medellìn ma con il cuore che batte italiano: Liliana è prima di tutto mia cognata, compagna del fratello di mio marito ed è soprattutto la mamma delle mie adorate nipotine.


Le ho rivolto alcune domande non tanto per scoprire cose sul suo paese d’origine, affascinante e festoso come ci piace immaginarlo, a noi che non lo abbiamo mai visitato, perché oggi tutti possiamo documentarci sulla Colombia, sulla sua storia, sui luoghi incredibili che chiunque vorrebbe visitare, sulla cultura, usanze e tradizioni, possiamo dunque tutti vedere documentari o video a riguardo. Ma non tutti possiamo parlare con chi è nato e cresciuto lì e lentamente è diventato cittadino di un paese diverso dal suo.

Così ho deciso di rivolgerle alcune domande per far emergere differenze e sensazioni da parte di chi vive l’Italia come ospite e poi diventa italiano a tutti gli effetti, mantenendo l’ancòra però nel proprio paese: spesso sento critiche rivolte ai nostri connazionali che sono originari di altre nazioni perché non si adeguano, non si “mescolano”, non socializzano troppo o continuano a comportarsi da non italiani. Mi sento in dovere di dire che io non condivido per niente queste concezioni: se vivessi dall’altra parte del mondo anche dopo 20 o 30 anni preferirei mangiare un buon piatto di pasta o le lasagne, parlare con qualche italiano o fare un pranzo della domenica in famiglia abbondante e che dura ore, svegliarmi presto e bere un espresso o un cappuccino a colazione, mentre preparo il ragù per il pranzo perché deve cuocere per ore.

Detto questo, potete ben comprendere che mi sono rivolta a Lili, il cui nome originario è Liliana Maria Macias Garcia, in onore di quell’usanza diversa dalla nostra di adottare anche il cognome della madre ( e che io trovo davvero conforme con la parità dei sessi), non per farmi dire come viveva in Colombia e come vive in Italia, ma per rendere più visibile agli occhi di tutti voi, quanto siamo più vicini di quello che pensiamo pur provenendo da paesi che hanno un oceano che li separa (e non solo).
Quanto davvero siamo globali insomma, quanto gli altri possano apprezzare o no la nostra bell’Italia e quanto noi tutti dobbiamo sentirci uniti, cittadini del mondo e non occorre una pandemia come questa per ricordarcelo.

Detto ciò andiamo al sodo dell’intervista.

La prima domanda che ho rivolto a Liliana riguardava il processo d’ integrazione che ha affrontato quando è arrivata in Italia: sei passata da una grande città cosmopolita , moderna e caotica come Medellìn a Firenze, antica, storica e con strade piccole e strette: qual’è stata la tua prima impressione? Come ti sentita mettendo piede per la prima volta a Firenze?
Raccontaci i primi giorni di vita da italiana.

Quando sono arrivata in Italia sono andata a vivere dalle mie zie a Firenze, che erano già qui da qualche anno e come prima cosa mi sono iscritta all’Università di Firenze, soprattutto per avere modo di apprendere l’italiano subito. Avvertivo una certa sensazione di paura nell’essere discriminata, credo sia normale quando arrivi in una paese straniero e non sarei stata la prima alla quale succedeva, invece sono stata molto fortunata. Al contrario di ciò che mi aspettavo ho ricevuto invece subito interesse dagli italiani che volevano conoscere da dove provenissi, sapere del mio paese e spesso ho ricevuto complimenti a riguardo.

Quando misi piede per la prima volta a Firenze, nonostante il freddo a cui non ero abituata che mi congelò, nel momento in cui cominciai a camminare per le strade di questa meravigliosa città, questo gigante museo a cielo aperto, tutti i disagi sparirono. Tramite gli zii e cugini che già vivevano a Firenze, sapevo già delle bellezze dell’Italia ma è tutta un’ altra cosa quando le vedi di persona per la prima volta: è davvero una bellissima emozione da provare, quando ti ritrovi di fronte a chiese, palazzi, costruzioni, opere d’arte così antiche e ricche di storia.

Sulle differenze e similitudini tra le due nazioni, senza dubbio il clima è stata la differenza che più mi ha scombinato: nella mia città è sempre primavera con un clima medio tutto l’anno di 22°, infatti non esistono le quattro stagioni come qui e soprattutto non viviamo il rigido freddo invernale che spesso colpisce l’Italia. Quando arrivai era gennaio e mi si screpolarono subito mani e viso, questo è un ricordo del mio arrivo che non dimenticherò facilmente.

Per quanto riguarda la differenza tra un italiano e un colombiano, mi viene da dire che forse noi sudamericani siamo più socievoli, gentili e allegri, da parte nostra non manca mai un sorriso quando diciamo Buongiorno, anche quando per noi è una giornata storta, direi quindi che siamo più “tranquilloni” ( forse troppo a volte e anche quando abbiamo poco ci accontentiamo sempre). Al contrario della maggior parte degli italiani viviamo di più alla giornata.
Probabilmente anche a causa di un clima più caldo tutto l’anno, siamo più festosi. Cosa emerge dal nostro punto di vista conoscendo gli italiani che siete più seri e responsabili, seguite di più le regole e sicuramente siete più organizzati. Di conseguenza anche più stressati, sempre di corsa e ognuno per la sua strada.
Con questo non voglio dire che sia meglio o peggio il nostro stile di vita o il vostro: per come viviamo noi emergono cose positive ma anche negative e anche per il modo di vivere degli italiani si hanno conseguenze buone e non.

Se e dove hai trovato difficoltà o ostacoli, ancora oggi trovi problemi nell’ambientarti, ma anche cosa apprezzi dell’Italia, cosa ti manca della Colombia, similitudini e differenze tra un italiano e un colombiano.
L’italiano lo conoscevi già, hai trovato difficoltà?

L’unico ostacolo è forse il sentire non di rado commenti sulla mia città Medellin collegati a Pablo Escobar, la commercializzazione delle droghe e la violenza e quando ciò accade, quando cioè al sentire da dove provengo subito si parla di queste cose spiacevoli, questo mi rattristava e mi rattrista molto: non è piacevole essere “riconosciuti” e collegati ad una nazione che ha sofferto molto si, ma è anche andata oltre tutto questo, non a caso Medellìn è stata premiata come città più innovativa e sviluppata del 2018.

Un ricordo nitido del mio processo di ambientamento nella cultura italiana è senza’ altro fare la colazione all’italiana, quindi con caffè e brioche e non una sorta di pranzo come avviene in Colombia. Mi sono abituata piano piano al caffè forte e denso tralasciando un po’ la mezza tazza di caffè colombiano leggero e aromatizzato.

Non ho impiegato molto ad imparare a parlare italiano, essendo due lingue quella spagnola e quella italiana latine e con molte parole simili; ma anche dopo tutti questi anni sto ancora imparando e apprendo ogni giorno parole nuove, rimangono le difficoltà con le doppie e il cambiare la “b” con la “v”.

Una tradizione che sicuramente mi manca molto della Colombia sono le feste natalizie: il mese di dicembre nel mio paese è tutta una festa, completamente diversa da qui.
Ma un fattore culturale italiano che più apprezzo è sicuramente il cibo e il buon vino.

Liliana con la sua famiglia in vacanza in italia

Curiosità: hai affrontato diverse volte il viaggio dall’Italia alla Colombia in questi anni, anche con le tue figlie molto piccole. Com’è viaggiare per molte ore con cambi e attese negli aeroporti con dei bambini? Cosa consiglieresti ad una famiglia che vuole attraversare l’oceano e affrontare un viaggio che equivale a stare tantissime ore in aereo?

I viaggi lunghi in famiglia non sono facili da gestire, ma con organizzazione anche se hai a seguito bambini molto piccoli si può fare benissimo. Con un neonato fino a 10kg di peso hai diritto alla culla, a stare in prima fila in aereo, a saltare le code durante il checkin. Ho trovato più posto libero per i bagagli a mano dove tenevo le cose indispensabili per le bimbe, soprattutto snack e bevande. Certo ci sono anche sull’aereo ma meglio tenere qualcosa che di sicuro sai piacerà a tuo figlio. Ovviamente portare i suoi giochi preferiti, i cambi, ecc. …

A proposito di cambi, consiglio di avere nel bagaglio a mano uno o due cambi anche per noi adulti, in quanto a causa di ritardi ci potrebbero essere attese oltre il dovuto. A noi è successo infatti. Abbiamo perso la coincidenza per la Colombia allo scalo in Brasile, dovendo restare a dormire a Rio una notte: ogni spesa è stata pagata dalla compagnia aerea e il giorno dopo abbiamo effettuato l’ultimo tratto di viaggio completamente modificato da quello che conoscevamo, ma è stata un ‘avventura piacevole concedendoci la possibilità di vedere anche una piccola parte di Rio de Janeiro.

Per i viaggi lunghi è sempre meglio partire di notte così i bambini possono dormire, occorre alzarsi ogni tanto e camminare in aereo per sgranchirsi le gambe e per la circolazione; al decollo e all’atterraggio deglutire molto o masticare, onde evitare mali alle orecchie.

Consigli: dove acquistare i biglietti, costi. Come affrontare un viaggio per la Colombia, cosa occorre, consiglieresti alberghi o appartamenti da affittare. Quali luoghi non dovremmo assolutamente perderci visitando questo bel paese del Sud America.

Per viaggiare verso la Colombia non occorrono visti particolari ma basta il passaporto e il biglietto anche di ritorno, oltre che un’assicurazione medica. Consiglierei di entrare sul sito dell’ambasciata colombiana per eventuali aggiornamenti o modifiche alle regole esistenti.

I biglietti aerei noi li acquistiamo su internet, stando sempre aggiornati sulle offerte: non ho bisogno di cercare un posto dove alloggiare perché vado a casa dei miei genitori, ma per chi non è pratico e deve cercare anche un alloggio consiglierei di affidarsi ad un’agenzia viaggi.

Il costo dei biglietti varia da 450 a 500 euro in bassa stagione, fino a 800 o 1000 euro in alta stagione.

Per quanto riguarda infine cosa vedere: la Colombia è un mix di paesaggi per tutti i gusti. Ogni zona ha la sua, puo variare dal deserto alla giungla, da los andes al mare, fiumi o spiagge.

Oggi la Colombia è in forte sviluppo nel settore turistico anche a causa della serie Narcos sulla storia di Pablo Escobar, ma più che altro grazie al miglioramento della qualità della vita che sta affrontando e lo sforzo del popolo colombiano di lasciare alle spalle il passato.

Medellín – Foto di LonelyPlanet

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