Abruzzo da scoprire

Eventi imperdibili trascorrendo le vacanze pasquali in Abruzzo

Eventi che si sarebbero dovuti svolgere intorno al periodo di Pasqua e che al 99% salteranno per la grave situazione che l’Italia sta vivendo, ma che dobbiamo tener bene presente per la loro autenticità e bellezza

Eventi unici e intramontabili che mi auguro proverete a vivere una volta nella vita…

La Pasqua in Abruzzo è un periodo avvertito e percepito in modo esclusivo oserei dire, un momento vissuto con grande intensità.
La mia regione è ricca di celebrazioni e di  riti religiosi che sono testimonianze della cultura del nostro territorio  e del forte spirito religioso.

Che non attirano solo religiosi, ma vengono celebrati anche da persone non credenti proprio perchè sono una testimonianza storica e culturale.

In molte città e paesi in Abruzzo sono molteplici le sagre, le rappresentazioni ed i riti. Unici e particolari, intensi e suggestivi quelli che si celebrano nel periodo pasquale: come la Via Crucis del Venerdì Santo a Chieti, risalente al 1650, la processione degli Incappucciati a Lanciano, la ‘Passione vivente’ a Barrea il sabato santo, la ‘Madonna che scappa’ a Sulmona nella Domenica di Pasqua, sono solo alcuni degli appuntamenti che l’Abruzzo offre nella Settimana Santa.


Quest’anno presentati alla Bit di Milano itinerari pensati per far conoscere un ricco patrimonio culturale e religioso abruzzese.
Sono stati così proposti percorsi legati allo straordinario patrimonio culturale e religioso abruzzese come la Scala Santa di Campli, di cui solo il mese scorso è stato celebrato il 248° anniversario, o la Basilica di Collemaggio di L’Aquila e la Perdonanza Celestiniana, recentemente dichiarata dall’Unesco Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità.

“I riti della settimana Santa raccontano da sempre l’Abruzzo più autentico dove è possibile fare esperienza della cultura e della tradizioni più genuine. Vogliamo valorizzare questi momenti per la nostra gente e per quanti vorranno venire a scoprire la nostra storia più autentica”  


ha sottolineato l’assessore regionale Mauro Febbo nel corso della conferenza stampa alla Bit.

Pochi giorni per conoscere e vivere l’arte, la cultura e, perché no, il cibo che celebra questi giorni di festa.

Il primo evento che voglio annoverare è senza dubbio:

1) SULMONA E IL RITO DE “LA MADONNA CHE SCAPPA”

La Madonna che scappa è un raro evento conosciuto in tutto il mondo, per chi è fedele e religioso o per chi ne rimane solamente affascinato.

Sulmona La Madonna che scappa

In Piazza Garibaldi la folla assiste alla celebre manifestazione di origine medievale “La Madonna che scappa”, che rievoca la Resurrezione di Cristo con una funzione unica nel suo genere: in uno dei lati della piazza viene sistemata la statua del Cristo Risorto mentre dalla parte opposta, all’interno della Chiesa di San Filippo, si trova la statua della Madonna vestita a lutto che esce e raggiunge con passo lento e incerto il centro della piazza, come incredula. Ma quando riconosce il Figlio risorto parte con una corsa sfrenata, durante la quale perde il mantello nero del lutto e le resta il vestito verde.

Se in quella data parteciperete all’esclusiva celebrazione, nel vostro itinerario turistico aggiungete, nei dintorni di Sulmona appunto, sicuramente l’Abbazia celestianiana di Santo Spirito a Morrone in località Badia Morronese, le cui origini sono legate a Papa Celestino V, al quale è allacciato anche uno degli eremi più spettacolari della regione: incastonato su una grande parete rocciosa del Monte Morrone, sorge in località Badia l’Eremo di Sant’Onofrio.

Bellissimo anche l’Eremo di San Bartolomeo in Legio, nel a Roccamorice (Pescara), mimetizzato nella roccia, a 700 metri di altitudine, nel Vallone di Santo Spirito nel Parco Nazionale della Majella.

2) La Passione vivente a Barrea


Il Sabato Santo a Barrea (Aquila) va in scena la rievocazione delle ultime ore della vita di Cristo, dall’ingresso in Gerusalemme alla crocifissione. Soggiornando nel delizioso borgo di Barrea merita una visita l’omonimo Lago, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e tra le vette dell’Appennino.

L’evento è una vera e propria rappresentazione teatrale oltre che un momento per devoti e fedeli. Si rievocano gli ultimi giorni di vita di Gesù, gli attori sono gli stessi abitanti di Barrea che inscenano la Settimana Santa: l’ultima cena, il tradimento di Giuda, la cattura di Gesù nell’orto degli ulivi, il processo con Erode e la crocifissione.

E’ un evento gratuito e aperto a chiunque.
Soggiornando nel delizioso borgo di Barrea merita una visita l’omonimo Lago, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e tra le vette dell’Appennino.

3) La Via Crucis a Chieti

La Via Crucis più antica d’Italia ( risalirebbe, infatti, all’842 d.C ), muove dalla Cattedrale di San Giustino percorrendo le vie del centro storico illuminate da fiaccole accese su tripodi in ferro battuto. Originariamente il corteo era composto da soli tre simboli: uno stendardo in damasco nero, una morte a grandezza naturale e la statua del Cristo Morto.
Nel 1833 fa la sua apparizione la statua della Vergine Addolorata. I sette “Simboli” o “Trofei” della Passione, risalenti al 1855, raffigurano i momenti della Passione di Cristo: l’Angelo, le Lance, la Colonna con il gallo, il Volto Santo, il Sasso, la Scala, la Croce.
Il passo ritmico dei portatori delle statue, detto lo struscio è ritmato dalla troccola, strumento di legno che durante gli uffici della Settimana Santa sostituisce il suono delle campane.
Di particolare valore artistico sono la statua dell’Addolorata che indossa un abito di pesante seta ricamata a fili d’oro e la bara di Cristo morto ricoperto da un preziosissimo velo trapunto di gioielli.

Durante la processione, il coro e l’orchestra dell’Arciconfraternita eseguono il Miserere, composto verso il 1740 da Saverio Selecchy. L’orchestra e’ composta da violini, viole, violoncelli, flauti traversi, clarinetti, fagotti e, ultimamente, sassofoni.

http://www.chietitoday.it/video/via-crucis-processione-venerdi-santo-chieti-marafante-petrini.html

4) Processione degli Incappucciati

La sera del giovedì santo a Lanciano (Chieti) si ripete la suggestiva Processione degli Incappucciati, che risale al XVI secolo: uno dei più sentiti e coinvolgenti riti tradizionali della Settimana Santa di Lanciano che l’Arciconfraternita di San Filippo Neri celebra dal XVI sec. nella notte di Giovedì Santo che precede, quindi, la domenica di Pasqua.

Per i cristiani è la sera dell’ultima cena, la sera del tradimento e per questo motivo i Confratelli di San Filippo Neri procedono in corteo, vestiti con lunghe tonache nere e medaglioni con simboli di morte, con il volto incappucciato, vivendo nell’intimo della propria anima un atto di penitenza per il tradimento di Cristo nella sera dell’ultima cena.

Il corteo avanza a passo lento, attraverso le vie del centro storico,illuminate soltanto dal tenue chiarore delle lucerne, accompagnato dal suono mesto della banda che propone toccanti brani di musiche sacre dei Maestri lancianesi Masciangelo, Bellini e Ravazzoni mentre il “Cireneo”, al centro del corteo, cammina, scalzo e incappucciato, portando sulle spalle la pesante Croce del Calvario. Nessuno, tranne il Priore della Confraternita che annualmente effettua la scelta, conosce l’identità del Cireneo.

I Confratelli di San Filippo Neri procedono lentamente in corteo per il centro storico, vestiti con lunghe tonache nere e medaglioni con simboli di morte, con il volto incappucciato, vivendo un atto di penitenza per il tradimento di Cristo. Al centro del corteo il “Cireneo”, che cammina scalzo e incappucciato, portando sulle spalle una croce. Nessuno, tranne il Priore della Confraternita che ogni anno lo sceglie, conosce l’identità del Cireneo.

A Lanciano è possibile visitare la Chiesa di San Francesco, che conserva la testimonianza del più antico Miracolo Eucaristico del mondo cattolico. Da Lanciano poi ci si può spostare sulla Costa dei Trabocchi, puntellata dalle antiche macchine da pesca in legno (i Trabocchi) che sembrano sentinelle a guardia della costa.

Sulle colline di Fossacesia (Chieti), a dominare la Costa dei Trabocchi, l’Abbazia di San Giovanni in Venere, capolavoro di architettura sacra medioevale, eretta dai monaci benedettini sui resti di un antico tempio pagano dedicato a Venere Conciliatrice. Qui di seguito riporto il mio articolo dove descrivo e racconto le meraviglie leggendarie che si celano dietro questa Abbazia.


 

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